mercoledì 11 novembre 2015

I colpi di stato del biennio reazionario 1989-1991.

Dall'incrocio fra le riflessioni engelsiane e quelle leniniane sappiamo che è ben difficile la presa del potere in un momento in cui l'apparato statuale è integro. 
Però "chissà" per quale "combinazione" i Paesi del blocco socialista collassarono simultaneamente. 
Una teoria diffusa sostiene che Gorbaciov, con la sua visione sulla "Casa Comune Europea" (visione che lo accomunava a Kohl), avrebbe diretto il processo tramite il KGB, per giungere alla "socialdemocratizzazione" dei Paesi "orientali". 
Ma il ministro degli esteri dell'URSS era Shevardnadze, uomo che avrebbe fatto riferimento agli USA, il quale, approfittando della situazione, avrebbe spinto le dinamiche al di là di quanto auspicato da Gorbaciov (da qui anche le vicissitudini negative toccate a Gorbaciov e a Kohl, poichè gli USA non solo desideravano la caduta del blocco socialista, ma volevano pure che non si costituisse una "Casa Comune Europea"). 
Dunque le pseudo-"rivoluzioni" (non sono d'accordo a chiamarle "rivoluzioni") sarebbero opera di Gorbaciov attraverso il KGB. 
Non a caso, quanto più i Paesi erano vicini politicamente all'URSS, tanto più la caduta avvenne in modo incruento. 
Maggiori difficoltà vi furono in Romania, il Paese politicamente più "lontano" del blocco. 
Ma il tentativo fu più esteso.